Dal Corriere delle Apli del 12 agosto 2016
LIVINALLONGO Via libera del consiglio comunale di Livinallongo (con i soli voti della maggioranza) ai terreni per la centralina sul rio Andraz. L’opposizione propone un ricorso al Tar mentre il sindaco Grones ribatte: «Solo battaglia politica. Il Comune non ha poteri e si rischia di annullare gli accordi già presi con la ditta costruttrice». Le centraline idroelettriche erano in primo piano ieri mattina nella “Cesa de Comun” a Fodom. Se n’è discusso in ben due punti. Il primo riguardava un rinnovo di concessione alla ditta Renaz srl in un tratto del Cordevole tra Renaz e Fossal: la minoranza ha chiesto al sindaco delucidazioni sul contributo di compensazione che la società versa al Comune. L’accordo scade tra due anni, ma il timore espresso dai banchi dell’opposizione è che si verifichi un caso simile a quello di Falcade, dove una società non intende più corrispondere al Comune nulla di quanto definito dal contratto in essere. Timore confermato dal primo cittadino. Una discussione che è stata solo un assaggio di quella, peraltro anticipata e ben più lunga ed articolata, riguardo alla concessione dei terreni per la realizzazione di un impianto idroelettrico sul Rio Andraz da parte della ditta Pustri srl. Il sindaco, esponendo la questione, ha riferito che il progetto ha da poco ottenuto il parere favorevole da parte della commissione regionale Via per la valutazione di impatto ambientale. «Di fatto – ha spiegato Grones – è l’ultimo passo per ottenere le concessioni e quindi la pubblica utilità dell’opera». Grones ha poi elencato quali sono i passi compiuti dall’amministrazione per contrastare il progetto. «Abbiamo inviato in Regione lo studio commissionato ancora dalla giunta Ruaz, oltre ad un altro prettamente tecnico sotto l’aspetto dell’ingegneria idraulica. Oltre alle perplessità evidenziate in fase di sopralluogo. Pertanto – ha concluso – la nostra posizione è stata sempre lineare». Di tutt’altro avviso la minoranza che ha risposto illustrando tutte le note negative giunte alla commissione Via da vari enti pubblici come la sezione parchi e biodiversità e quello inviato dal settore ambiente dalla Provincia, dove si chiede di implementare dati di portata per almeno un altro anno. «Persino l’Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale, l’Ispra – hanno sottolineato i tre consiglieri di opposizione – ha espresso perplessità sulle metodologie adottate nel progetto e sulla classificazione adottata dalla Regione». Da qui la proposta di sospendere la delibera e di avviare un ricorso al Tar. Una battaglia portata avanti insieme come amministrazione avrebbe anche una motivazione in più visto che il sindaco è anche rappresentante provinciale del demanio idrico provinciale – è stata la punzecchiatura. Proposta che Grones ha però respinto. «La Pustri ci ha già mandato una diffida. Si rischia di annullare gli accordi già presi con la Pustri che prevede 7 mila 800 euro annui di canone, il 9 percento della produzione per 20 anni e 20 mila euro all’anno per le frazioni di Andraz, Larzonei e Salesei». Alla minoranza che lo incalzava rinfacciandogli, quando era all’opposizione, di aver anche lui invocato un ricorso al Tar contro la centralina della K Energia e criticato l’allora amministrazione di non avere tenuto conto di un parere frazionale negativo della frazione di Andraz, come fa ora per l’impianto della Pustri, Grones ha risposto: «Questa della minoranza è solo una battaglia politica. Quando ero io al loro posto ho fatto le stesse contestazioni. Ora la questione si ripresenta a ruoli invertiti. Ma il risultato è sempre lo stesso: ora come allora il Comune è costretto a concedere i terreni per la centralina».
Lorenzo Soratroi