Comunicato stampa del Comitato Bellunese Acqua Bene Comune
a seguito incontro con la Provincia
Il giorno 15 gennaio rappresentanti del Comitato Bellunese Acqua Bene Comune e il presidente del Bacino di Pesca n.1 hanno avuto un incontro in Provincia per porre all’ordine del giorno il problema dell’inarrestabile proliferazione di domande per la costruzione di nuovi impianti idroelettrici. Presenti per la Provincia la Presidente Daniela Larese e i Consiglieri Stefano Deon (delega all’Ambiente) e Leandro Grones (delega all’Energia).
Il comitato ha come prima cosa manifestato la propria indignazione per la recente sentenza di condanna che il Tribunale di Belluno ha comminato ad un proprio aderente per aver partecipato – con l’intero comitato e molti altri – ad una manifestazione in valle del Mis. La protesta, chiaramente pacifica, era finalizzata a richiamare l’attenzione proprio sul mancato intervento della magistratura e degli organi preposti nei confronti dei responsabili del mancato ripristino di quei luoghi, che versano in stato di abbandono dopo la sentenza della Cassazione che ha bloccato i lavori della illegittima centrale.
Il comitato ha poi presentato un quadro aggiornato degli impianti idroelettrici in essere, di quelli recentemente autorizzati e delle nuove richieste. La numerosità totale, la presenza sullo stesso corso d’acqua di più centrali in successione, le richieste anche su torrenti di minima portata, in luoghi di alto valore ambientale spesso contigui, e talvolta interni, alle zone tutelate dall’Unesco, ne fanno un quadro impressionante del quale la Presidente ed i Consiglieri hanno preso atto, riconoscendone l’evidenza. Idroelettrico Provincia Belluno
Il Comitato ha anche ricordato che l’apporto energetico del mini-idroelettrico è tutt’altro che strategico (2000 impianti mini-idroelettrici in Italia producono 1 millesimo dell’energia consumata in un anno) e che tutto sta in piedi solo grazie agli incentivi governativi, che vengono prelevati dalle tasche dei contribuenti per passare direttamente in quelle degli speculatori quasi sempre privati. Quel che resta per le amministrazioni locali sono di solito solo le briciole, pagate al caro prezzo di un impoverimento generale del territorio.
Le richieste principali avanzate dal Comitato sono state:
– che l’Amministrazione Provinciale prenda atto dell’insostenibilità della situazione e si attivi presso la Regione sollecitando una moratoria immediata delle autorizzazioni in itinere e il rispetto delle normative di settore, nonché l’applicazione, fin da subito, della delibera sui siti non idonei, da applicare anche alle domande in istruttoria;
– che la Provincia si riprenda tutte le competenze sulle concessioni idroelettriche, che le spetterebbero di diritto, alle quali il precedente Commissario Prefettizio ha abdicato stipulando in tal senso una convenzione con la Regione.
La Presidente Larese si è detta consapevole della situazione, ha dichiarato che è in corso una valutazione sull’opportunità di riprendere in carico le concessioni del demanio idrico, che questo però coincide con un momento di forti tensioni interne all’Amministrazione Provinciale, di scarsità di mezzi e quindi di grande debolezza. Il Consigliere Grones ha parlato di “grande complessità” dell’argomento idroelettrico, della posizione fortemente minoritaria della Provincia e quindi della difficoltà di contrapporsi alla situazione che si è venuta a creare.
Comitato Bellunese Acqua Bene Comune