Canoni idrici, boccati al momento i contributi extra ai Comuni

Dal Gazzettino del 26 agosto 2017

IL CONTENZIOSO Bloccati al momento i contributi exra previsti per quest’anno ai Comuni
BIM, 4 milioni che fanno paura.

E’ la cifra che i grandi produttori elettrici rivendicano co la revisione di canoni e sovacanoni idrici

Sotto effetto Dmv: ballano circa 4 milioni di euro per il Consorzio dei Comuni Bim Piave. Questa la cifra che l’ente bellunese dovrebbe restituire per i sovracanoni idrici in più incassati dal 2011-2012 al 2015-2016, e non dovuti. Tutta colpa delle revisioni normative in materia di Dmv (deflusso minimo vitale), che impongono a chi fa energia idroelettrica di consumare meno acqua e quindi di produrre meno elettricità.

Tradotto, per i territori che insistono sui fiumi e sui corsi d’acqua sfruttati, meno soldi di canoni idrici (gestiti dalla Provincia) e di sovracanoni (l’entrata principale del Consorzio Bim). Dal 2016 l’ente che raggruppa i Comuni riceve dai 700mila ai 750mila euro in meno. Ma i grandi produttori idroelettrici rivogliono indietro anche il pregresso (perché la revisione delle potenze è scattata nel 2012, mentre Enel e gli altri gruppi idroelettrici hanno continuato a versare i sovracanoni a prezzo pieno fino al 2016). Adesso, pare che li rivogliano indietro in un’unica rata.

Varrebbe a dire circa 4 milioni di euro. Una mazzata che potrebbe risultare fatale per il Consorzio. Ecco perché in via prudenziale sono stati bloccati i contributi extra ai Comuni previsti per quest’anno (oltre 400mila euro). «L’effetto del deflusso minimo vitale vale circa 750mila-700mila euro all’anno sui bilanci dell’ente – spiega il presidente del Consorzio Bim Piave, Umberto Soccal, che ieri ha incassato il sì dall’assemblea dei sindaci sul bilancio previsionale -. In più c’è il pregresso, di circa 4 milioni di euro. Enel vorrebbe compensare non versandoci i sovracanoni del 2017. Ovviamente, non ci stiamo». C’è una trattativa in atto.

Il Consorzio Bim Piave ha prelevato 7mila euro dal fondo di riserva per pagare un legale. Anche perché in ballo c’è un altro contenzioso. «Una legge (un emendamento alla legge di stabilità 2013, ndr) impone anche alle derivazioni sotto i 500 metri di quota di versare i sovracanoni – continua Soccal -. Questo ci porterà un ulteriore entrata di 1 milione di euro l’anno che andrebbe a compensare le perdite da dmv. Ma i consorzi di bonifica contestano la normativa». Anche in questo caso ci sarebbero i soldi del pregresso. Stavolta, a favore del Consorzio, che risulta creditore e non debitore. Ma la partita è in divenire.