Comunicato delle Associazioni del 23 gennaio 2021
A PROPOSITO DEL DEFLUSSO ECOLOGICO (DE)
Che l’eccessivo sfruttamento di fiumi e torrenti li abbia ridotti, nel tempo, a poco più di rigagnoli, sembra non scandalizzare nessuno, o pochi.
Quando però il recepimento della Direttiva Quadro Acque del 2000 dell’Europa impone agli Stati membri di restituire ai fiumi un po’ della loro acqua al fine di ripristinare un minimo di equilibrio, ecco che dagli scranni provinciali e regionali vengono lanciati anatemi e paventati scenari apocalittici: coltivazioni a secco, laghi vuoti, crisi dell’economia turistica della montagna…
Pur colpiti dalla veemenza delle affermazioni, che non ammettono replica, qualcosa ci dice che non ce la raccontano giusta, o comunque che non ce la raccontano tutta.
E’ chiaro anche per i non addetti ai lavori, che se non verranno ridotti i prelievi (irrigui e idroelettrici) l’acqua in più che verrà rilasciata negli alvei non potrà che provocare un abbassamento, in certi periodi, dei livelli dei laghi artificiali di montagna… Ma il punto sta proprio qui: l’ambiente ha già dato, e quelli che vanno messi in discussione sono i prelievi eccessivi che si perpetuano anno dopo anno.
Nel caso dell’idroelettrico si dovrà pensare a una razionalizzazione degli impianti, senza costruirne di nuovi, e, se non sarà sufficiente il miglioramento dell’efficienza delle turbine, si dovrà rinunciare a una parte della portata derivata. Nel caso invece dei prelievi per l’agricoltura, che per decenni ha usato e sprecato acqua con sistemi di irrigazione antiquati, servirà una riconversione a sistemi più moderni e meno spreconi (si può arrivare a risparmiare oltre il 50% dell’acqua utilizzata). Si renderà inoltre necessario rivedere il tipo di colture (sappiamo che quella del mais è tra le più idroesigenti) e a monte di questo mettere in discussione gli allevamenti intensivi a cui quel mais è destinato.
Una cosa è certa: l’acqua è una risorsa preziosa e sempre più scarsa, lo sanno bene anche i grandi coltivatori della pianura, paroni a casa nostra, e non sarà sufficiente vuotare i laghi e prosciugare anche i pochi corsi d’acqua ancora liberi da captazioni per tenere in piedi un sistema che ha ormai fatto il suo tempo (… a meno che non si vogliano negare gli effetti del riscaldamento globale).
Viste le forze in campo, la lotta potrebbe sembrare quella di Davide (le associazioni che hanno a cuore l’ambiente e la salute dei fiumi) contro Golia (il gigante rappresentato dai Consorzi di Bonifica e dai supporti politici su cui possono contare), ma c’è una parte crescente di società civile che sta modificando il suo approccio culturale a questo e altri temi; che si informa, partecipa e mette in discussione l’attuale modello di sviluppo, non solo nelle grandi questioni ma anche nei comportamenti individuali. E che non è più disposta a dare deleghe in bianco a chi parla bene e razzola male.
Le Associazioni:
Ecoistituto Del Veneto “Alex Langer”
Gruppo Promotore Parco del Cadore
Italia Nostra Sez. di Belluno
Peraltrestrade Dolomiti
Mountain Wilderness Italia
WWF Terre del Piave Belluno-Treviso
Con l’occasione si segnala il comunicato stampa sul Deflusso Ecologico (DE) del Coordinamento Italiano Tutela Fiumi – Free Rivers Italia sul DE
foto Danilo de Martin